DIASPORA

i senegalesi all'estero

La diaspora.

Poiché il Senegal possiede il tasso di mobilità interna ed esterna più alto di tutto il continente, il movimento migratorio senegalese è stato ampiamente studiato e documentato, e da più studiosi definito come il modello esemplare di diaspora o di migrazione transazionale, a seconda degli approcci. Per quanto riguarda l'Italia, i senegalesi rappresentano, in termini numerici, la prima comunità dell'Africa Sub-Sahariana, e la quarta africana dopo Marocco, Tunisia ed Egitto.

Secondo i dati della ricerca condotta da Barile (1994) con alcuni questionari sulla comunità senegalese di Milano nel 1993, emerge come il 55% degli emigrati provenisse da Dakar o da grandi città, e che il 35% fosse di etnia wolof, mentre il 27% di etnia toucoleur. Per quanto riguarda la professione, il 96% di loro aveva già svolto attività lavorative in madrepatria, spesso direttamente o indirettamente legate al commercio e ad un'età media alquanto precoce (16 anni). Il profilo del migrante senegalese a Milano che emerge, risulta essere per il 54% celibe, sui trent'anni e di bassa scolarità (solo il 28% possedeva un diploma di scuola superiore). La maggioranza ha deciso di partire per ragioni economiche, spesso stimolati dalla famiglia stessa; a motivare l'esperienza migratoria seguiva poi la volontà di istruzione e quella del viaggio di formazione, a metà tra un rituale di passaggio tradizionale e un moderno desiderio di conoscenza. La maggior parte è arrivata direttamente in Italia: chi ha svolto delle tappe intermedie proviene soprattutto dalla Francia. I canali di movimento e di permanenza nei paesi di arrivo sono quasi sempre collegati a legami di parentela e di amicizia, di associazioni o di confraternite muride. E' molto difficile trovare un senegalese abbandonato a se stesso: sebbene viaggino solitamente soli (il 39% con amici), è bene tener presente come la solidarietà nella società senegalese sia un valore fondamentale e particolarmente sentito, al punto da condizionare la decisione stessa di emigrare o il percorso migratorio. Prima di proseguire bisogna infatti aprire una digressione su alcuni aspetti dell'organizzazione sociale ed economica senegalese, indispensabile per contestualizzare l'emigrazione di questi giovani. 

Per un migrante senegalese, tale vincolo manifesta i due lati della medaglia: se da un lato il legame solidale lo costringe a determinati obblighi verso i componenti della famiglia e a dover suddividere tra i vari membri della famiglia e della comunità ogni guadagno o successo personale, dall'altro egli ne avrà un ritorno in termini di aiuto e sostegno, alimentando una rete sociale molto efficace. Quello che può sembrarci un "parassitismo familiare e sociale", viene avvertito come un peso eccessivo da parte di alcuni; l'indagine di Barile svela infatti come il 40% degli intervistati che dichiaravano di essere venuti in Italia per motivi economici, non erano disoccupati, ma avevano un reddito insufficiente a soddisfare le esigenze della famiglia allargata. Il loro scopo era quindi quello di guadagnare abbastanza in Europa per poi costruire un'attività autonoma in Senegal e godere dei benefici in casa propria.